Il profumo del silenzio

Hai mai provato a sentire il suono del silenzio?

Cosa ti succede quando assapori il suo profumo?

Quali meccanismi nuovi o diversi si accendono nella tua testa quando si fa spazio il vuoto?

Ho passato gli ultimi anni a tenere spesso gli auricolari attaccati alle mie orecchie per ascoltare la musica nei vari momenti della mia giornata: in bici in mezzo al traffico, durante le faccende domestiche quando sono sola in casa, quando in ufficio lavoravo e avevo bisogno di concentrarmi e non distrarmi dalle voci che sentivo intorno a me. La musica mi ha sempre accompagnato, e ogni volta ancora oggi accende in me quella sfera di emozioni che variano dalla gioia all’eccitazione, dall’entusiasmo al senso di nostalgia, dalla tristezza alla malinconia, ributtandomi nei ricordi del mio passato. Amo moltissimo la musica.

Diversi mesi fa ho cominciato ad amare allo stesso modo anche il silenzio quando, nel mese di marzo 2020, tutto è cambiato: abitando a Milano, in una via piuttosto rumorosa, il rumore era ormai diventato parte della mia vita, non ci facevo quasi più caso e, pertanto, non avevo mai apprezzato così come nei mesi durante il lock-down il sapore del silenzio. Tutto in quei mesi si è fermato, e il silenzio ha preso il posto del rumore delle autovetture nel traffico,  dello sferragliare dei treni, del rombo dei motori degli aerei. In quelle settimane una quiete non voluta, abissale, surreale ha coperto tutto.

Chi come me vive in città solitamente è abituato al silenzio temporaneo, che si trova nelle chiese, nei musei, nelle sale di attesa all’interno di studi medici, ma anche lì non puoi assaporare il gusto del vuoto a causa delle interferenze che comunque riscontri.

In quei mesi, invece, per molte settimane di fila, abbiamo potuto vivere rimanendo fermi e imparando ad apprezzare quel silenzio che riempie la mente e il corpo quando ci si trova ad esempio nella natura, restando in ascolto, in osservazione e in ricezione.  Quando ci concentriamo sul suono del silenzio, siamo nel qui e ora, non più nel passato e nemmeno nel futuro. Siamo focalizzati sul presente, su ciò che c’è in quel momento, su quello che stiamo vivendo in quel preciso istante.

Cosa succede quando entriamo nel vuoto?

Succede che nel nostro cervello si fa spazio all’ignoto, a percorsi inesplorati: è come se all’interno dell’hardware di un computer si facesse ‘reset’ e si cancellassero tutti i programmi preinstallati e si lasciasse uno spazio completamente vuoto, ampio, in cui poter dare libero accesso ad altro. Questo è ciò a cui accediamo quando si sta in silenzio e quando andiamo in introspezione nei percorsi evolutivi della Scienza del Sé e della Scienza della Felicità.

Nella mia giovinezza ho avuto la fortuna di poter provare a vivere per ben tre giorni in completo silenzio all’interno di una comunità. Allora non ne capivo bene il senso, non riuscivo a dare valore alla mancanza di dialogo verbale, alla mancanza di comunicazione con gli altri. Quest’estate ho ricordato quei tre giorni quando ho avuto la possibilità di vedere un eremita, che stava trascorrendo i suoi dieci giorni di ritiro spirituale individuale in completo silenzio, contemplazione, preghiera e meditazione. Il silenzio che ho avvertito in quel momento era allineato alla calma, al senso di pace. Un silenzio accompagnato dalla natura che avvolgeva quell’eremo, in completa armonia.

Eremo di San Michele a Tremosine

Senza dover accedere ad esperienze così estreme, se non lo fai già, ti invito ad assaporare il silenzio nella tua quotidianità, per creare vuoto nella tua mente e lasciare spazio ad input nuovi. Trova un momento nella tua giornata per fermarti, anche solo per 5 minuti, allontanandoti da tutto e da tutti, per riprenderti i tuoi spazi, ma senza fare nulla se non ascoltare il silenzio, il vuoto. Anche se ti ritroverai a non percepire nulla, a non avere nessun tipo di risultato, continua così. Ti accorgerai nel tempo che potranno arrivare intuizioni,  nuove soluzioni a problemi in cui ti sei aggrovigliato senza venirne a capo, ritroverai la calma e la pace interiore. A me è successo, per cui non posso che essere promotrice di quanto ti suggerisco.

E poi, se te la senti, prova a fare il seguente esercizio con una persona con cui hai un legame particolare: guardatevi negli occhi senza parlare per almeno cinque minuti, stando in totale silenzio. Se non lo avete mai fatto, all’inizio forse sentirete un po’ di imbarazzo, farete fatica a mantenere fisso lo sguardo ma, se supererete questo ostacolo, sarete in grado di trasmettervi l’un l’altro tantissime emozioni e informazioni su di voi.

“This is the sound of silence”, questo è il suono del silenzio, come diceva una nota canzone di Simon & Garfunkel, e non mi resta quindi che augurarti di immergerti nell’ascolto e nel sapore di questo suono per migliorare la tua vita.

A presto!

Cinzia

www.missionefil.com

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